Categorie
Fotografia

Spazio Negativo: l’importanza dello spazio vuoto

This entry has been published on 24 Agosto 2011 and may be out of date.
_ADT4980
© 2011 by Adolfo Trinca – Valentina

Colgo l’occasione del commento di Kalak of Tyr lasciato su questa foto, la stessa che vedete in apertura del post, per parlare o meglio passarvi il concetto di spazio negativo.

Definiamo “Whitespace”, “spazio bianco” o “spazio negativo” è lo spazio tra gli elementi in una composizione. Quando si scatta una foto molti di noi si concentrano cosi tanto sul soggetto principale che dimenticano l’importanza del “resto” e sopratutto non considerano e studiano con attenzione la composizione ne lo spazio vuoto appunto.

Quello di prestare molta attenzione a tutti gli elementi che rientrano nell’inquadratura è un’esercizio mentale molto prezioso che porta verso la sintesi, ci fa arrivare subito al nocciolo della questione, al messaggio che vogliamo dare. Senza appesantire con del superfluo il nostro messaggio.
Si tratta volte d una nostra capacità innata, altre volte lo si deve imparare con esercizio, esercizio ed ancora esercizio.

Probabilmente molti fotografi famosi lo sono diventati proprio per la loro capacità di saper determinare che cosa non mostrare nelle loro foto, ed è forse proprio questo uno degli elementi che differenzia un professionista da un comune “possessore di fotocamera” : il saper valutare che cosa eliminare dall’immagine. (Pega’s Photographic Blog)

All’inizio può sembrare una palla al piede ma mano mano che la cosa diventa automatismo vedrete che le vostre foto faranno un click verso l’alto! E vi assicuro che delle fotografie che utilizzano lo spazio negativo, se ben fatte crea effetti unici e sorprendenti (vedi foto sottostante ed il sito dell’autore).

Mario Giacomelli - Mani
© Mario Giacomelli - IO NON HO MANI CHE MI ACCAREZZINO IL VOLTO

Potremmo dire, ditemi la vostra, che lo spazio negativo va sfruttato per esaltare meglio il soggetto fotografato e portare l’attenzione di chi guarda verso il nostro centro focale. Lo spazio negativo non deve e non può essere per forza bianco o nero ed addirittura potrebbe diventare lui il soggetto della nostra fotografia (magari un po minimalista).

12 risposte su “Spazio Negativo: l’importanza dello spazio vuoto”

Be, ti ringrazio per l’apprezzamento ed ammetto che il tuo commento mi carica di una responsabilità che non so se mi compete ^_^
Un consiglio che ti do, che do a tutti, è quello di verificare sempre le notizie e le informazioni, sono umano e non ho il sapere in tasca…questo blog serve a me in primis per crescere ;-)

Grazie Adolfo per il benvenuto! Ti seguo sempre, visto che sono agli inizi della Fotografia (quella seria). Condivido molto il pensiero di Giorgio Benni, che bisogna imparare l’arte…Ciao

Essendo la fotografia molto più giovane delle altre arti secondo me è molto utile per un fotografo cercare di conoscere la storia dell’arte. Quando analizzi certi autori diventa tutto più semplice se vuoi capire i meccanismi e le relazioni tra forme, colori, la loro disposizione, le luci… Tutto. Quello che fanno i fotografi troverete che facilmente è già stato realizzato da un sacco di pittori. Anche per l’uso della luce, la scelta della prospettiva. Guardate il Cristo di Mantegna è come se lui avesse avuto un teleobiettivo, un’immagine con una prospettiva schiacciata claustrofobica.
La scelta di una luce, di una prospettiva, la scelta del vuoto, diventano concetto, messaggio.
Sul vuoto un esempio in cinema è una sequenza di “Identificazione di una donna” di Antonioni. Dove il registra crea uno spazio “esterno” allo schermo cinematografico.
Per i fotografi è facile. Intorno a noi c’è tantissimo materiale dove curiosare.

Quando mi invitano a parlare di fotografia mi capita spesso di parlare di arte, di cinema, di cose che per molti sono lontane dalla fotografia stessa. Un tizio un giorno ad un incontro mi ha chiesto cosa c’entrasse Pina Bausch con la fotografia, la cosa mi ha schiantato di tristezza. Sarebbe come chiedere cosa centra l’amore con la vita.

Nella storia dell’arte abbiamo tanti esempi mirabili di relazione tra soggetto e quello che c’è intorno. per quanto mi riguarda ho amato Mondrian e Morandi. Mondrian dell’epoca delle composizioni astratte, dove in effetti non c’era un vero e proprio soggetto, ma una partitura di linee e colori. Morandi mi ha sempre affascinato col suo universo apparentemente semplice e ripetititvo, maniacale. E’ questo è il solo motivo che permette l’esplorazione completa dell’invisibile ai più.

La follia.

Interessante il tuo post! Mi presento con questo commento da principiante…e mi chiedo? ma queste foto vanno realizzate solo in interni e prettamente per foto ritratti…O necessario lavorare in post-produzione?
Grazie

Le foto si realizzano non soltanto in interni ma anche in esterni, l’importante e che ci sia abbastanza luce ( constrasto ) e la post produzione fa parte come sempre del processo fotografico digitale, non esiste una foto non post prodotta ( o lo fai tu o lo fa la macchina fotografica ma qualcuno la fa). Piacere di averti fra noi.

Ciao Alessandro, appena torno a casa vado a vedere il link che hai postato, intanto grazie della traccia che hai voluto lasciare.

Less is more…
togliere togliere sempre…
e no Adò non i vestiti :) (o almeno non solo quelli) muahahah

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.