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Fotografia

Claudia Rocchini: Da Donna è diverso?

This entry has been published on 30 Settembre 2010 and may be out of date.

Ovvero una bellissima intervista di Claudia a Monica Silva, altrettanto brava fotografa. Vi ricordo che alla fine del post trovate il link per scaricare la versione completa dell’articolo in formato pdf.

Ah, dalla lettura di questo articolo ho scoperto di essere fotograficamente donna!

“Fotografare per me è come fare l’amore: è il momento di spogliarsi a nudo da qualsiasi ruolo e darsi totalmente”. Cominciamo bene.
Incontro Monica Silva in un pomeriggio di luglio, a Bologna, con la voglia di fare non la classica intervista su chi è, cos’ha fatto, perché, dove, come e con chi. L’idea è di parlare di fotografia al femminile e di cosa comporta essere affermate professioniste in un settore da sempre dominato dalla presenza maschile. Tranquilli, non sarà un articolo su quote rosa in fotografia con approccio vetero femminista, ma il racconto di una chiacchierata tra donne che condividono la medesima passione, spogliate il più possibile dei rispettivi ruoli professionali. Il tutto condito da qualche fotografia al volo.

Prendiamo accordi generici via mail sulla data, con l’idea di sentirci qualche giorno prima per definire i dettagli, e subito mi colpiscono la sua gentilezza e disponibilità. L’appuntamento, tuttavia, ha rischiato di saltare per una serie di incomprensioni tipicamente femminili perché anche se entrambe avevamo bloccato l’agenda per l’appuntamento, io avevo pianificato di essere da lei la mattina presto, per sfruttare la luce, lei viceversa aveva dato per scontato di vederci nel pomeriggio. E non avendo più avuto sue notizie fino a due ore prima di incontrarla, ero certa che non l’avrei vista. Ma nella tarda mattinata del giorno x, ricevo la sua telefonata: “Allora, a che ora arrivi?”.

Monica Silva
Monica Silva - Copyright Claudia Rocchini 2010 - All Rights Reserved

Sapendo di doverla anche ritrarre, ero un po’ preoccupata perché l’idea di fotografare al volo e in luce ambiente una professionista specializzata in ritrattistica, mi metteva vagamente a disagio. In più, tanto per facilitare le cose, era una giornata con forti temporali alternati a pioggerellina continua, con quel tipico cielo bianco che non ti aspetti di trovare a fine luglio.

Di lei avevo un ricordo visivo legato al Photoshow quando, sul palco dello stand Nikon, intratteneva i fotoamatori. Donna autorevole e di forte impatto estetico, uno sguardo intenso e un fisico longilineo, con capelli scuri medio lunghi e ciuffo laterale a sfiorare le sopracciglia. Tacco alto su jeans a tubo completavano il ricordo.

Mi viene incontro sotto i portici di una via centrale e fatico a riconoscerla: jeans scuri con cuciture magenta, maglietta fucsia con i Barbapapà, giubbotto rosa legato alla vita, ballerine in tinta, city bag di pelle rossa, borsone fotografico. E codini, alla Pippi Calzelunghe. Un’immagine decisamente spiazzante rispetto al ricordo ma, per me, assai rassicurante perché nel suo modo di presentarsi ho ritrovato lo spirito dei suoi scatti: diversi, mai banali né prevedibili nello stile.

Noemi, realizzato per conto di Sony per la promozione dell’album dell’artista - Copyright Monica Silva 2010 - All Rights Reserved

Mentre ci dirigiamo verso un’enoteca, parliamo del rischio del mancato incontro e si ride di quella capacità tipicamente femminile di complicare le cose semplici e rendere facili le cose difficili.

Sedute a tavola, estraggo la reflex e comincio a scattare, a raffica: “Ma cosa fai, mi fotografi? Non avevo capito che dovevi riprendermi!”, chiede stupita e intimidita. “Ma te l’avevo scritto in mail…”, rispondo. Replica: “Sì, ma avevi parlato di qualche scatto al volo, non tutte queste raffiche”. Ribatto: “Dai, non preoccuparti, sono solo scatti di prova per vedere come vieni con queste luci, tu continua pure a parlare”. “Sì, certo – conclude divertita e rassegnata – vieni a vendere a me la favoletta degli scatti di prova?”. Risate.

Monica Silva
Monica Silva - Copyright Claudia Rocchini 2010 - All Rights Reserved

Ero contenta che non si stesse verificando il tipico effetto da maschio alfa, cioè quello che capita quando il fotografo più dotato, in termini di competenze e attrezzatura, si impone sull’altro. Nel nostro caso, il feeling che speravo si creasse, nonostante le incomprensioni iniziali, stava spontaneamente emergendo anche se intervistare e fotografare allo stesso tempo non è un compito semplice, perché vanno coordinati pensieri, emozioni, parole ed azioni.

[dica]Continua nel pdf, scaricatelo.[/dica]

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